La rivincita dell’audio nel digital marketing

Dal motore di ricerca al motore di risposta

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Ogni melodia suscita un impatto emotivo, coscientemente o meno siamo continuamente bombardati da rumori e suoni. Perfino il silenzio, definito tale quando si raggiunge una soglia sotto ai 20 decibel, potrebbe avere delle classificazioni, perché non esiste situazione naturale con assenza totale di suono. 

Studi del Neurological Institute and Hospital – The Neuro rivelano che non solo una certa melodia produce a livello cerebrale un aumento di dopamina (neurotrasmettitore responsabile di piacere e/o dipendenze)  ma questo avviene anche nel caso di un ascolto indiretto ovvero quando si ha un’anticipazione o un ricordo di un determinato brano musicale. 

Ma nel design?

L’audio, e la sua più che frequente complicità con il visual, è sempre stato un elemento caratterizzante della progettazione comunicativa. Il branding audio infatti è in grado di creare un’identità di marca unica: permette originalità e riconoscibilità rispetto ad uno spot specifico e sottolinea maggiormente la firma contraddistinta di un brand se accompagnato al logo.

Nessun Maestro riuscirebbe a riprodurre la melodia dei 12 cilindri della Ferrari.
Von Karajan

Si possono ottenere diversi vantaggi dalla collocazione ben riuscita di una sequenza melodica: nei negozi l’impatto sullo stato d’animo è fondamentale. Una musica dolce e d’ambiente può ridurre lo stress e predisporre l’umore delle persone positivamente in modo da favorire l’acquisto di prodotti. Può creare al contrario una situazione di tensione o di noia o di eccitazione per quanto riguarda ad esempio un film adrenalinico.

“Un caso studio ha provato che la riproduzione di musica dolce e d’ambiente (con il fine di ridurre lo stress) è stato in grado di aumentare le vendite al dettaglio del 10%”

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Nuove opportunità nel digital marketing

Oltre che ad una storica e consolidata progettazione di marca il mondo audio si sta facendo largo nel mondo del digital marketing. Inizialmente sottovalutate, le potenzialità dei video con audio sono state provvisoriamente accantonate per risparmio e soprattutto per l’errata convinzione che le persone non attivano nei luoghi pubblici i contenuti sonori.

In realtà, il mondo ha ormai gli occhi saturi di informazioni, di distrazioni visive ad oggi prevedibili e conosciute, alcuni contenuti vengono assorbiti passivamente e skippati oppure lasciati andare senza un contatto visivo attivo. 

L’Ifpi dichiara un aumento annuale del 7% per quanto riguarda l’utilizzo globale di servizi streaming con una media personale di 18 ore settimanali. Il senso dominante inizia a cambiare, l’udito non è ancora stanco di ricerca e novità. I nuovi, ma ormai assodati strumenti audio recording bluetooth e le tecnologie sempre più efficaci di voice recognition iniziano a far emergere nuovi comportamenti nascosti nelle persone. L’attenzione è riconquistata dal suono “diverso” di quella story o dal podcast di quel canale.
Gartner preannunciava già nel 2016 che entro il 2020 ci sarebbe stata la possibilità di fruizione del 30% di contenuti senza schermo.

Nuovi habits, nuova ottimizzazione 

Crescono gli acquisti di assistenti intelligenti quali Alexa (prodotto tra i più acquistati agli ultimi Prime Days), Apple HomePod e Google Home. Gli altoparlanti smart offrono nuove esperienze sensoriali e costringono l’utente ad un unico metodo di controllo: la voce. La ricerca vocale è stata una delle principali tendenze di marketing di quest’anno, sta trasformando i motori di ricerca in motori di risposta denominati AEO (Answer Engine Optimization). 

Google ha infatti radicalmente spostato la propria strategia verso una risposta univoca alle ricerche. Innovazioni come fatured snippets e Knowledge Graph hanno contribuito all’obiettivo di Google di fornire immediatamente una risposta completa alla query di ricerca specifica già nel riquadro che precede l’elenco della SEARPs, permettendo all’utente di risparmiare un ulteriore azione di clic su un altro sito web.

 “Semplificata dal lancio degli assistenti digitali basati sulla voce, come Siri e Alexa, la ricerca vocale ora rappresenta una parte significativa per tutte le ricerche online. Il suo utilizzo aumenterà fino a un livello che gli esperti SEO non potranno più ignorare. La domanda è: chi sarà più preparato quando occuperà la maggioranza delle ricerche? La risposta è: gli esperti SEO che gli stanno dedicando il loro tempo adesso.”

Shane Barker (digital marketing strategist)

Quali saranno i prossimi sensi implicati?

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